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Molto di quello che è stato lo scorso weekend lo tengo chiuso in uno scrigno segreto. La val d'orcia è perfettamente incastonata fra colline e vallate brulle e conserva un fascino antico con i suoi borghi, le sue fortificazioni, i suoi casali.

Sono le 12 ed è già da un pò di kilometri che cammino invece di correre, per l'esattezza dal discesone fuori Pienza. Lo avevo messo in preventivo viste le condizioni del mio ginocchio, questa estate non mi ha dato tregua.
Affondo le suole delle Hoka nella sabbia polverosa resa sempre più fine dalla siccità di questo periodo. Intono a me non c'è un albero neanche a pagarlo oro e la temperatura continua a salire, inizia a fare veramente caldo.
I 2 tipi che ho incontrato poco fa mi hanno messo in guardia sulla salita continua dal 40 esimo kilometro che continuerà per circa 4, me la ricordo sull'altimetria come un il profilo di un panettone lievitato troppo.
Passo il guado del fiume non come in stile western state ma passo sulle rocce poco sotto la corda fissa. 
Inizio a salire, continuativi si sale alternando strada bianca ad asfalto per ritornare su strada bianca. cerco un minimo di refrigerio nell'unica zona d'ombra, appoggio i bastoncini e faccio leva sul petto, cerco di rilassarmi.
Riprendo a salire col sole che mi batte forte sulla schiena e sul collo, dio mi va a fuoco. Avessi acqua fresca, sarebbe un sogno trovare una sorgente. La mia andatura è sempre più lenta, mentre salgo alcuni mi passano e io faccio altrettanto con gente ai lati della strada. Mi si offuscano i pensieri, ma sono nitidi in una unica direzione. Al momento non ho mezzi per poterli combattere.

Ritirarsi vuol dire tutto e non vuole dire nulla, tengo su entrambe le mani questo pensiero come una bilancia che cerca di soppesare quale scelta fare. Spiana, fra 1km c'è il ristoro, mi dice il ragazzo dell'organizzazione. Arrivo e mi siedo su una panca di lato al gazebo, bevo un paio di bicchieri di cocacola e mangiucchio quel che riesco. Cerco di ricaricare un pò di energie, telefono a Raffa e le dico che sono a pezzi ma ci sono, mi fa male il ginocchio e mi porto dietro il dolore dal un bel pò di chilometri. Riparto, ma dopo 200 mt ho il ginocchio destro che mi esplode definitivamente, nel mentre mi fermo e mi massaggio cercando di alleviare il dolore. Mi appoggio sui bacchetti e mi sento girare la testa. Ho giusto il tempo di pensare e valutare e risoppesare la situazione, 7 km alla fine, 45 fatti, andare avanti sarebbe un calvario con un potenziale rischio e non solo sofferenza.

E' sempre difficile fare delle scelte di questo tipo, ma sono necessarie anche per crescere mentalmente, la condizione è difficile, la decisione è presa chissà se avrò fatto la scelta giusta. Mi rimane un pò di amaro in bocca mentre rientro in furgone guardando le colline della Val d'Orcia rese polverose dalla siccità.

Ritirarsi è semplicemente ritornare a casa.



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