Francesca Billi - Marathon des Sables 2019 - Un sogno che diventa realtà


Un sogno che diventa realtà

Mi ritrovo a ourzazate su un pullman che in 7 h ci porta al primo campo base nel deserto. Il cielo è limpido come solo quello del Sahara Sa Essere. Il sole e accecante ma c’è vento e non si percepisce il caldo.

 Siamo 25 italiani divisi in tre tende. La mia e la numero 6. Sono con tea e Luigi che ormai saranno i miei compagni di viaggio. Li conosco da pochi giorni. Circa 48 h ma so già che condivideremo tutto. La prima notte al campo è fondamentale perché il giorno successivo dovremo fare zaino definitivo e abbandonare al campo la nostra borsa  che ritroveremo in albergo sabato sera. La notte nel deserto e fredda. E quindi opto per conservare maglia maniche lunghe. Berretto e giacca a vento leggera. Il sabato ci sono le pratiche mediche amministrative. La pesata dello  zaino. Il mio rientra nel range pesando 9,08kg. Senza l’acqua. Mi montano lo spot sullo zaino. Prendo i pettorali Lascio la borsa e ritorno in tenda. Da questo momento siamo in autosufficienza e inizia la gara. Il giorno successivo inizia la ritualità quotidiana che ci accompagnerà fino a sabato. Sveglia intorno alle 6,30 colazione. E poi gli addetti del campo vengono a smontarti la tenda mentre sei ancora lì che devo capire dove sei e cosa devi fare. Un due tre siamo senza tenda sulla testa. Si monta lo zaino. Si impomatano i piedi si riempiono le borraccie si regola lo zaino x renderlo il più aderente possibile e veniamo invitati alla partenza dove dobbiamo andare a comporre il numero umano della 34 edizione. L’elicottero ci vola  sulla testa. L’emozione e a mille. Tutto quello che ho visto su you tube in questi mesi si sta realizzando e io ne faccio parte.   Poi briefing di patrick con la traduzione di guillom. Per essere visibili a tutti 800 partenti si posizionano sul tetto di una jeep. Part e poi la colonna sonora. Higway to hell by ac dc. Countdown e lo start. Beh quello che si prova a correre con uno zaino di 10,500 kg sulla sabbia passa in secondo piano rispetto all’ Adrenalina di essere dentro al proprio sogno.  Ovviamente poi presto capisci che almeno per me non sarà una corsa vera e propria perché la sensazione è quella di essere zavorrata a terra.
Le tappe saranno tutte diverse per lunghezza altimetria difficoltà del percorso. La più difficile per me è stata la seconda con 13 km nell’erg. L’erg consiste in dune molto alte dov’è il piede affonda prepontemente e la temperatura si aggira sui 50 gradi.  Ho scelto Comuqnue  di tenere i bastoncini per tutte le tappe per scaricare le gambe visto che sono reduce da infortunio.
La tappa più bella i 76 km. Quella lunga. Perché attendevo prepotentemente la solitudine della notte nel deserto per assaporare le stelle. Il silenzio e i suoi suoni  si sembra strano di parlare di silenzio e suono ma il deserto di notte mostra piccoli insetti e senti un fischio sempre presente come dei grilli. Ho avuto una crisi di sonno intorno alle 2230 che se non fossi riuscita a fare passare mi avrebbe indotto ad un micro sonno. Fortunatamente mangiucchiando e bagnandomi la faccia alle 2330 è passata e mi ha permesso di arrivare in tenda introno all’una. Facendo un ottimo tempo.
La vita del campo è veramente arricchente. E’ la parte che completa il tutto. E’il terzo tempo delle gare di casa che però ci accompagna quotidianamente Ci si attende alla fine della tappa. Si condivide cibo medicamenti sogni e pensieri. Riporta a una dimensione ancestrale in cui l’uomo dopo la battuta di caccia si ritrova con i propri compagni a condividere l’esperienza della giornata. Sistemare il materiale per il giorno successivo e tramandare esperienze su gestione del bere e del mangiare


Diciamo che corrono continuamente quelli forti. Io cercavo di alterna re corsetta  a camminata. E continuamente contavo. Ad esempio su indicazione di tea a inizio tappa contavo fino a 60 per la fase della corsa con conteggio di  30 per il recupero camminato. Poi via via che si avanza si riduce il tempo della corsa che diventa uguale a quello del recupero. A volte mi sentivo un po’ stupida perché continuamente contavo qualcosa 😂😂.
Ho sperimentato che ci si può lavare benissimo con una bottiglia d’acqua al giorno anche senza sapone 
Che bisogna gestire le scorte alimentari perché se un giorno hai voglia di qualcosa in più non solo non ne avrai a disposizione nel giorno successivo ma se dovessero fare un controllo e non hai le 2000 Kal die incorri in una penalità.

Nell’ultima tappa alla fine dell’ultima salita un auto dell’organizzazione mi fa vedere il traguardo laggiù.Un sogno che diventa realtà
Mi ritrovo a ourzazate su un pullman che in 7 h ci porta al primo campo base nel deserto. Il cielo è limpido come solo quello del Sahara Sa Essere. Il sole e accecante ma c’è vento e non si percepisce il caldo
Siamo 25 italiani divisi in tre tende. La mia e la numero 6. Sono con tea e Luigi che ormai saranno i miei compagni di viaggio. Li conosco da pochi giorni. Circa 48 h ma so già che condivideremo tutto. La prima notte al campo è fondamentale perché il giorno successivo dovremo fare zaino definitivo e abbandonare al campo la nostra borsa  che ritroveremo in albergo sabato sera. La notte nel deserto e fredda. E quindi opto per conservare maglia maniche lunghe. Berretto e giacca a vento leggera. Il sabato ci sono le pratiche mediche amministrative. La pesata dello  zaino. Il mio rientra nel range pesando 9,08kg. Senza l’acqua. Mi montano lo spot sullo zaino. Prendo i pettorali Lascio la borsa e ritorno in tenda. Da questo momento siamo in autosufficienza e inizia la gara. Il giorno successivo inizia la ritualità quotidiana che ci accompagnerà fino a sabato. Sveglia intorno alle 6,30 colazione. E poi gli addetti del campo vengono a smontarti la tenda mentre sei ancora lì che devo capire dove sei e cosa devi fare. Un due tre siamo senza tenda sulla testa. Si monta lo zaino. Si impomatano i piedi si riempiono le borracce si regola lo zaino x renderlo il più aderente possibile e veniamo invitati alla partenza dove dobbiamo andare a comporre il numero umano della 34 edizione. L’elicottero ci vola  sulla testa. L’emozione e a mille. Tutto quello che ho visto su you tube in questi mesi si sta realizzando e io ne faccio parte.   Poi briefing di patrick con la traduzione di guillom. Per essere visibili a tutti 800 partenti si posizionano sul tetto di una jeep. Part e poi la colonna sonora. Highway to hell by ac dc. Countdown e lo start. Beh quello che si prova a correre con uno zaino di 10,500 kg sulla sabbia passa in secondo piano rispetto all’ Adrenalina di essere dentro al proprio sogno.  Ovviamente poi presto capisci che almeno per me non sarà una corsa vera e propria perché la sensazione è quella di essere zavorrata a terra.
Le tappe saranno tutte diverse per lunghezza altimetria difficoltà del percorso. La più difficile per me è stata la seconda con 13 km nell’erg. L’erg consiste in dune molto alte dov’è il piede affonda prepotentemente e la temperatura si aggira sui 50 gradi.  Ho scelto Comuque  di tenere i bastoncini per tutte le tappe per scaricare le gambe visto che sono reduce da infortunio.
La tappa più bella i 76 km. Quella lunga. Perché attendevo prepotentemente la solitudine della notte nel deserto per assaporare le stelle. Il silenzio e i suoi suoni  si sembra strano di parlare di silenzio e suono ma il deserto di notte mostra piccoli insetti e senti un fischio sempre presente come dei grilli. Ho avuto una crisi di sonno intorno alle 2230 che se non fossi riuscita a fare passare mi avrebbe indotto ad un micro sonno. Fortunatamente mangiucchiando e bagnandomi la faccia alle 2330 è passata e mi ha permesso di arrivare in tenda introno all’una. Facendo un ottimo tempo.
La vita del campo è veramente arricchente. E’ la parte che completa il tutto. E’il terzo tempo delle gare di casa che però ci accompagna quotidianamente Ci si attende alla fine della tappa. Si condivide cibo medicamenti sogni e pensieri. Riporta a una dimensione ancestrale in cui l’uomo dopo la battuta di caccia si ritrova con i propri compagni a condividere l’esperienza della giornata. Sistemare il materiale per il giorno successivo e tramandare esperienze su gestione del bere e del mangiare

Diciamo che corrono continuamente quelli forti. Io cercavo di alterna re corsetta  a camminata. E continuamente contavo. Ad esempio su indicazione di tea a inizio tappa contavo fino a 60 per la fase della corsa con conteggio di  30 per il recupero camminato. Poi via via che si avanza si riduce il tempo della corsa che diventa uguale a quello del recupero. A volte mi sentivo un po’ stupida perché continuamente contavo qualcosa 😂😂.
Ho sperimentato che ci si può lavare benissimo con una bottiglia d’acqua al giorno anche senza sapone 
Che bisogna gestire le scorte alimentari perché se un giorno hai voglia di qualcosa in più non solo non ne avrai a disposizione nel giorno successivo ma se dovessero fare un controllo e non hai le 2000 Kal die incorri in una penalità.

Nell’ultima tappa alla fine dell’ultima salita un auto dell’organizzazione mi fa vedere il traguardo laggiù. Inizio a piangere   Sono circa 3/4 km.
Rallento.
C’è una divisione in me tra la voglia di arrivare e que lla di non tagliare il traguardo. Perché la sotto finisce tutto.

Rallento. Voglio assaporare ogni singolo passo di questi ultimi metri. Mi superano in tanti. Non mi interessa e rido all’idea che anche in questo contesto sono veramente anti agonismo. 
C’è patrick. Mi abbraccia mi mette la medaglia. E mi dice francesca you are a finisher of mds. 
Ormai le lacrime le ho già versate tutte da sola nella mia intimità 3 km prima.  L’arrivo all mia tenda e’ un ovazione 
si la mds ti lega per sempre. Loro saranno sempre la mia tenda n 6

Come ogni esperienza così forte.
Tea e Luigi sono i compagni di viaggio che avrei sempre desiderato incontrare e senza i quali tutto non sarebbe stato così perfetto

Continua il rituale di tutti i giorni.
Piedi merenda doccia zaino.
Tutti euforici ma anche già nostalgici. Alle 1925 viene annunciato l’arrivo dell’ultimo concorrente. Tutti andiamo sulla finish line ad attenderlo e applaudirlo. Viene scortato dai fari delle auto dell’organizzazione  
La mds2019  e’ finita al suono degli applausi di 750 persone che accolgono il 78enne finisher.ngere   Sono circa 3/4 km.
Rallento.
C’è una divisione in me tra la voglia di arrivare e que lla di non tagliare il traguardo. Perché la sotto finisce tutto.

Rallento. Voglio assaporare ogni singolo passo di questi ultimi metri. Mi superano in tanti. Non mi interessa e rido all’idea che anche in questo contesto sono veramente anti agonismo. 
C’è patrick. Mi abbraccia mi mette la medaglia. E mi dice francesca you are a finisher of mds. 
Ormai le lacrime le ho già versate tutte da sola nella mia intimità 3 km prima.  L’arrivo all mia tenda e’ un ovazione 
si la mds ti lega per sempre.
Loro saranno sempre la mia tenda n 6

Come ogni esperienza così forte.
Tea e Luigi sono i compagni di viaggio che avrei sempre desiderato incontrare e senza i quali tutto non sarebbe stato così perfetto

Continua il rituale di tutti i giorni.
Piedi merenda doccia zaino.
Tutti euforici ma anche già nostalgici. Alle 1925 viene annunciato l’arrivo dell’ultimo concorrente. Tutti andiamo sulla finish line ad attenderlo e applaudirlo. Viene scortato dai fari delle auto dell’organizzazione  
La mds2019  e’ finita al suono degli applausi di 750 persone che accolgono il 78enne finisher.

Commenti

Post più popolari