Michele Graglia - riconnettere con la nostra Grande Madre Terra



Michele è un vecchio amico del terzo, lo abbiamo contattato per farci raccontare cosa sta succedendo dall'altra parte dell'oceano. Leggete con attenzione ...

- Come stai vivendo questa condizione in America?

L'esplosione del Covid mi ha sorpreso quando mi trovavo a Bali a fine Febbraio, inizi Marzo. Con mia moglie, infatti, stavamo pianificando un trasferimento proprio su quella bellissima isola indonesiana con il progetto di aprire un wellness retreat! Rientrati di fretta negli US la situazione che ci ha accolto e' stata quanto mai apocalittica! Vedere una citta' caotica come LA completamente vuota per il lockdown e' stato paradossale! Il lockdown, anche se con restrizioni molto piu' tenue, continua ancora oggi e si guarda verso fine Luglio nella speranza di potersi nuovamente muovere!

La criticita' della situazione Americana e' difficile da esprimere dati i molti pareri contrastanti e le grandi disparita' tra centri abitati e zone rurali. Buona parte del paese infatti, non avendo avuto contagi e o comunque essere stati effettivamente colpiti direttamente dalla pandemia, non prende seriamente le restrizioni rischiando solo di complicare ulteriormente questa fase cosi' surreale delle nostre vite.

Si, l'opizione comune e' parecchio contrastante, con un grande numero di "covidiots" che hanno preso e stanno tutt'ora prendendo sottogamba la criticita' di questa situazione. I casi qui negli US sono innumerevoli e le morti hanno superato di gran lunga i 100.000. Personalmente a fine Marzo, inizi Aprile, ho lasciato la citta' per trasferirmi a Big Bear. Una localita' di montagna nel sud della California dove ho avuto il grande privilegio di poter praticare a modo il distanziamento sociale e respirare aria pulita!

- Sarà la solitudine dell'ultramaratoneta, un percorso interiore silenzioso e profondo. muterà qualcosa o alla fine chi corre lunghe distanze è quasi preparato ad affrontare questa nuova sfida?

Credo fermamente che le Ultra rappresentino una chiara metafora della vita stessa. E questo frangente cosi' incerto che stiamo attraversando rappresenta solo una crisi profonda da superare. Da affrontare con una prospettiva positiva, con la consapevolezza che anche questo momento cosi' avverso passera'. Non mi aspetto di "tornare alla normalita'" perche', come tutte le sfide superate, dona una coscienza di se' piu' ampia. Non saremo mai piu' quelli di prima. Il cambiamento e' sempre.difficile ma come l'evoluzione ci insegna, e' sempre necessario per migliorare. Spero quindi che questo stop forzato possa rappresentare un momento di riflessione per trascendere le nostre limitazioni sociali e accrescere collettivamente verso una versione piu' unita, forte e compatta della civilta' moderna di cui facciamo tutti parte. Non a livello regionale o nazionale, bensi a livello globale.

- Il distanziamento sociale creerà diseguaglianze, cosa muterà secondo te a livello agonistico e cosa invece acquisterà nuove energie?

Sai, questa e' una domanda molto complicata che io, come penso molti, se non tutti gli atleti la' fuori, ci poniamo continuamente. Che cosa ne sara' delle gare? Come ci si potra' misurare con gli altri se non si puo' stare vicini o in grandi numeri...?
Inizialmente, devo ammettero, ho accusato moltissimo questo fatto anche se poi, con il passare del tempo (e ne abbiamo avuto parecchio a disposizione per pensare) sono arrivato alla conclusione che non e' sotto il mio controllo e quindi l'ho semplicemente accettato. Quando nelle prime settimane del lockdown non potevo uscire ad allenarmi stavo letteralmente impazzendo! Ma poi, metabolizzato il pensiero, sono arrivato a sviluppare un senso di pazienza e forse ancor piu' di gratitudine per l'essere semplicemente vivo, e in salute... cosa che per moltissime altre persone colpite dal virus non era e non e' tutt'ora cosa garantita.  

- Ognuno si sta reinventando come può, nello sport come nel lavoro, la nuova modalità scolastica ne è un esempio. cosa ti manca della tua quotidianità e come hai sopperito a queste mancanze?

La verita' e' che questo virus mi ha preso in contropiede proprio in un momento di slancio. Negli ultimi anni, fino a Dicembre del 2019, ho lavorato come istruttore in un centro wellness a Malibu dove, con grande impegno lavoravo oltre 60 ore settimanali. Quindi gli allenamenti in passato sono sempre stati "strappati" qui e la' nel tempo libero. Dall'inizio di quest'anno, grazie al supporto del meraviglioso Team de LaSportiva, avevo preso la decisione di lasciare completamente quel lavoro di istruttore per focalizzarmi totalmente su quella che poi, in fondo, e' la mia vera grande passione! 
Al momento posso nuovamente uscire e i sentieri hanno riaperto. Ho ripreso bene gli allenamenti ma, non avendo gare in programma ho dovuto scavare dentro me stesso e tornare "alle radici": correre per il puro piacere di correre! Non correre per fare risultato ma correre per godere di questa bellissima passione che ci accomuna tutti, che ci riporta al contatto con noi stessi, che ci connette con la nostra Grande Madre (la Natura) e che, per qualche istante, ci permette di disconnetterci dalla crisi sociale che stiamo attraversando e ci fa' sentire pienamente vivi! Liberi!!



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