BUCKLED - Un podcast per i cacciatori di fibbie
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pic by luca albrisi |
Avete voglia di ascoltare storie, storie importanti di fatica, di 100 miglia ed avventura, prima leggete sotto e poi ascoltate qua https://www.buckled.it/episodi/
La formula è figa e nuova, mi piace un sacco il podcast. Ma come ti è venuta in mente e come l'hai sviluppata ?
Mi
piacerebbe poterti dire che sono stato in qualche modo innovativo, ma
temo di essere arrivato dieci anni troppo tardi. La cosa strana è che i
podcast per davvero tanto tempo sono rimasti senza un vero pubblico:
troppo poco radiofonici per essere di sottofondo e non abbastanza
audiolibro per essere coinvolgenti. Poi qualcosa è cambiato, vai a
sapere cosa, e ora chiunque (sottoscritto compreso) ne ha uno.
Qualche
anno fa Sara, mia moglie, diceva che era impossibile lanciare una
pietra nel vuoto senza colpire un fotografo, credo che in questo momento
la cosa possa tranquillamente valere anche per la gente con un podcast.
Buckled
è nato seriamente per scherzo: un po’ per la voglia di provare qualcosa
di nuovo, un po’ per dare il mio contributo a Destination Santa.
Erano
mesi che Paco Gentilucci mi diceva che avrei dovuto mettere in piedi un
podcast o fare qualche tipo di registrazione live, e in un fine
settimana di luglio mi sono trovato un po’ di persone con cui ho pensato
sarebbe stato bello chiaccherare, registrando.
In realtà non
avremmo dovuto registrare. In realtà non avremmo dovuto pubblicare, Sta
di fatto che ora sono passati 8 mesi e lo sto ancora facendo.
Il podcast parla principalmente di ultra, scelta stilistiche che poi modificherai su misure più brevi o all'outdoor in generale oppure rimarrai sulla 100 miglia?
Credo
che la 100 miglia, come distanza, abbia un fascino che altre distanze
non riescono ad avere: forse dipende dal carico di storia che si porta
dietro, forse dal fatto che è una di quelle distanze che veramente ti
spoglia di qualsiasi sovrastruttura mentale. Lo diceva Michele Graglia
in una delle ultime interviste che ho fatto (e con cui concordo al
100%): nelle distanze inferiori alle 100 miglia in qualche modo il tuo
corpo può prendere il controllo e portarti al traguardo, ma nel momento
in cui si va lungo hai bisogno di avere testa. E questo aspetto della
“testa” a me interessa. Molto.
Il podcast avrà -spero- sempre
un occhio di riguardo per la 100 miglia, ma vorrei andare a coprire
anche altri aspetti legati al trail, perchè ritengo che ci siano
tantissime storie interessanti da ascoltare, e uno dei principali motivi
per cui ho cominciato a registrare è proprio quello di ascoltare storie
e arricchirmi delle esperienze altrui.
Se sapessi come farlo, la modificherei volentieri.Hai una voce sexy pazzesca, ammettilo la modifichi o è veramente la tua ?
Credo
di averlo già espresso pubblicamente, ma odio veramente la mia voce.
Probabilmente è il fatto che la sento ininterrottamente da 40 anni…
Comunque
sia mi fa piacere che la gente apprezzi, anche solo perchè lo vedo come
uno degli strumenti a servizio del podcast (mi è capitato ad esempio di
interrompere audiolibri a cui ero molto interessato, per via della voce
scelta per la lettura)
Per tappare la bocca alla propria voce interna
che ci dice che “siamo stanchi”, che “le gambe non girano”, che “però ho
un sacco di roba da fare”, e così via all’infinito.
Qual'è la chiacchierata più interessante che hai fatto e con chi vorresti invece chiacchierare? anche uno straniero ...
Questo
me lo chiedono tutti e io non ho mai il coraggio di sbilanciarmi,
quindi di solito faccio il paraculo e svicolo. Facciamo che questa volta
provo a rispondere: una della chiaccherate più interessanti che ho
fatto è stata quella con Paco su Angeles Crest (con lui potrei
semplicemente accendere il microfono e lasciarlo parlare perchè ha un
punto di vista meraviglioso e molto personale sul mondo ultra), e
un’altra che posso citare è quella fatta con Riccardo Tortini, anche
solo perchè oltre agli 80 minuti di registrazione ininterrotta (non
edito mai) forse la parte migliore sono stati gli altri 80 minuti
post-chiusura registrazione passati a parlare della vita, l’universo e
tutto quanto.
Chi vorrei intervistare? Penso Yiannis Kouros.
Uno che se fosse vissuto 2000 anni fa noi adesso ci saremmo ritrovati a
guardare le sue statue in giro per la Grecia.
Potresti svelarci i progetti per questo 2020?
Primo obiettivo: non far morire il podcast :D
Credo
di essere partito con troppo slancio (anche solo per un calendario
lavorativo favorevole), e mi piacerebbe caricare contenuti con una certa
regolarità. Questo non vuol dire che arriverò mai a considerare Buckled
un lavoro: per me Buckled è un guilty pleasure, è prima di tutto una
cosa che a me piace fare, e sapere che viene ben recepita anche
all’esterno mi rende veramente felice.
Vorrei ampliare il
ventaglio di esperienze e gare discusse, e magari creare qualcosa in
diretta collaborazione con gli ascoltatori.
Inoltre nel 2020
verranno poste le basi per “Buckle up” il podcast *figlio* di Buckled,
dove il soggetto della discussione sarò io, nella costruzione del mio
tentativo di correre 4 gare da 100 miglia in 5 mesi nel 2021.
Penso/vorrei avesse un taglio più editoriale in stile This American Life
o cose del genere, ma tutto dipende dal tipo di materiale che
riusciremo (io e Sara) a mettere in piedi.
Ma perchè uno dovrebbe correre ascoltando audiolibri?
Per
me è anche un modo di entrare in contatto con le storie ed esperienze
di persone con cui difficilmente ha la possibilità di entrare in
contatto. Alla fine la vedo come una lunga intervista in differita.
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