Alpine studio editore - in perfetto stile alpino



 
Ci siamo seduti ad un tavolino virtuale con Giada Bruno: Redattore editoriale per la collana Orizzonti e Alpine Studio Junior.

Quando prendo in mano un libro e ne ascolto il profumo è una emozione grande che mi fa sognare. Quando ne sfoglio le pagine è come coccolare la mia voglia di avventura.

- Alpine Studio Editore ci ha regalato un sacco di emozioni, com'e' nato questo progetto?

Alpine Studio nasce nel 2009 dall’idea apparentemente folle dell’editore, Andrea Gaddi, che in piena crisi editoriale decide di aprire una casa editrice dedicata al mondo della montagna e dell’outdoor in generale. Non ne fa mai vanto, ma lui è un vero cultore di tutta la letteratura d’alpinismo: a 18 anni aveva già letto tutto quello che era disponibile in italiano e attaccò la letteratura d’alpinismo in lingua inglese e spagnolo. Alpinista con il cuore tra le meravigliose pareti della Sardegna, ha vissuto per 10 anni in Val di Mello - quando ancora non era conosciuta come la nuova Rimini - e a 25 anni gli è sembrata una buona idea far diventare la sua passione il suo lavoro.

La casa editrice apre i battenti con la collana “Oltre Confine” dedicata alle imprese d’alpinismo che hanno fatto la storia. Tra i nomi che popolano la collana si trovano Voytek Kurtika, Kurt Diemberger, Riccardo Cassin, Jerzy Kukuczka, Patrick Edlinger, Mick Fowler, i fratelli Huber e molti altri uomini che sono riusciti a convertire la paura dell’ignoto in voglia di conoscere e conoscersi.

Qualche anno dopo decide di non limitare le pubblicazioni al solo mondo verticale e nasce “Orizzonti”, la collana di viaggio che ha l’obiettivo di spronare a lasciare temporaneamente il caldo nido di casa per assaporare nuove culture e nuovi modi di vivere. A seguire apre la collana dedicata alle guide tecniche di arrampicata e alpinismo, la collana “I miti”, che riunisce biografie di personaggi di rilevanza nel mondo della montagna e “Alpine Sudio Junior”, una collana dedicata ai più piccoli per accompagnarli nel mondo della Natura e delle culture lontane attraverso storie illustrate. I progetti sono ancora tanti, con calma vi faremo partecipi di tutto.

 



- Nessuno si sarebbe aspettato tutto ciò, è innegabile, ma secondo voi ci sarà ancora spazio per raccontare l'avventura?

La vera avventura probabilmente adesso è trovare una nuova strada percorribile, un equilibrio tra come ci siamo sempre comportati e come ci dovremo comportare in futuro. Noi parliamo di montagna e ambiente da sempre, e oggi che plastic free e ecofriendly sono diventate parole cool, ci auguriamo con tutto il cuore che siano veri gli studi sul peso delle parole nel creare la forma mentis di ognuno e speriamo di poter raccontare sempre più avventure ecocompatibili. Quindi sì, noi crediamo che ci sia ancora spazio per l’avventura, probabilmente cambieranno i modi. Quello che sentiamo di dover fare per dare il nostro contributo è continuare a raccontare questi nuovi modi di fare e vivere l’avventura - più o meno estrema - cercando di mettere in primo piano i tre aspetti cardine della casa editrice:

- il rispetto e la gratitudine verso la Natura;

- l’ascolto di sé e, conseguentemente, di chi e cosa ci circonda;

- fare selezione: in Alpine Studio vengono pubblicate solo esperienze di valore, autentiche, libere da vincoli prettamente commerciali e lontane da qualsiasi intenzione di finto eroismo.

In tutta onestà, la domanda che più spesso ci attanaglia è che tipo di avventura? E cercare di dare una risposta a questa domanda guida inevitabilmente le nostre pubblicazioni.

Giusto settimana scorsa abbiamo mandato in stampa “Stelle e Tempeste” di Gaston Rébuffat: si tratta di un libro storico, la prima pubblicazione risale al 1954 (Arthaud, Parigi) e quello di cui mi sono resa conto, ancora una volta, è che il senso della paura è radicalmente cambiato, e con essa l’avventura: nel libro ad un certo punto si racconta di alpinisti sulla Nord dell’Eiger in camicia di flanella, che bivaccarono 3 notti e che - grande classico per l’Eiger - dovettero affrontare la tempesta. E non erano sprovveduti, non erano incoscienti, eppure la paura non li ha divorati e il fisico ha retto. Questo non lo dico per spronare a raggiungere cime di oltre 3000 metri in maglietta e con 10 caramelle nello zaino, ma porto questo esempio per cercare di capire: cosa è cambiato? Come è cambiato il rapporto con il nostro corpo? La risposta che mi sono data è che a tenere le redini delle imprese che oggi ci sembrano quasi impensabili fosse la profonda consapevolezza del proprio limite. Avevano una consapevolezza maturata con la continua sperimentazione e con un alto livello di attenzione verso molteplici aspetti che al giorno d’oggi spesso speriamo di avere già preconfezionati, e credo che questo cambi parecchio le carte in tavola.

Come casa editrice quindi dobbiamo fare i conti con tutte le sfumature che la parola “avventura” porta con sé e con il fatto che negli anni questa parola è stata abusata perdendo di significato. Qui in Alpine Studio cerchiamo, da un lato di spronare i lettori facendo conoscere vecchie imprese fatte da uomini che apparentemente avevano meno possibilità di noi; dall’altro lasciamo spazio al racconto di avventure moderne che puntano l’attenzione non sulla scoperta di luoghi nuovi, ma su un nuovo modo di avventurarsi. E penso alla scoperta di un paese fuori dalle rotte turistiche, ad una traversata compiuta senza mezzi a motore, alla ripetizione di vie storiche mantenendo lo stile con cui sono state concepite, lunghi cammini con bimbi piccoli al seguito… le modalità di avventura sono infinite, il primo passo è capire che è necessario uscire per accorgersi che c’è tanto di cui godere.

 

- Stiamo entrando in una nuova fase, le persone avranno bisogno di sognare di nuovo, che ruolo avrà l'editoria di montagna e di avventura in generale per questa nuova rinascita?

Avrà il ruolo di portare i sogni alla portata di tutti. E questo non significa che tutti possono fare tutto, anzi. Significa che tutti hanno la possibilità di ricominciare a modellare i propri sogni. Pratica, questa, che negli ultimi anni è un po’ finita nel dimenticatoio, causa forse la disillusione dilagante che le varie crisi hanno portato con sé e l’idea che il lavoro sia l’unico focus della vita. L’editoria di questo settore ha il compito di far passare il messaggio che determinazione e azzardo sono un mix perfetto per realizzare i propri di sogni, qualunque essi siano. L’emergenza Covid crediamo abbia rimesso in discussione parecchi valori legati alla Terra e al territorio che si erano sopiti; e tutta l’editoria che ha al centro la tematica della natura deve dare il suo contributo per mantenere alta l’attenzione su questi aspetti positivi, in modo tale da passare dal riconoscimento del valore all’azione, magari con uno stile di vita più lento e più consapevole. La montagna, i viaggi e l’avventura sono quello che ci appassiona e quello di cui sappiamo parlare, ma sono solo il mezzo per instillare nelle persone una coscienza critica verso l’ambiente che ci ospita. Il ruolo dell’editoria quindi non cambia, forse cambieranno le modalità: più presentazioni virtuali e spedizione dei libri a casa? Chiacchierata su zoom con il libraio di fiducia per sapere quale novità ci consiglia? Siamo in un momento di sperimentazione e come tale non ha risposte, solo prove e riflessioni sui primi risultati.

- "A piedi", riscoprire nuove emozioni e un nuovo modo di "andare" lenti, è così nuovo o è solo una riscoperta ?

“A Piedi” di Silvia Tenderini è il nuovo titolo della collana Orizzonti. Inutile dire che andare lenti è una riscoperta, un po’ come i pantaloni a vita alta che andavano di moda quando era giovane mia mamma e adesso non c’è ragazza che non li indossi. Noi abbiamo la sede a Lecco, un gioiellino tra lago e montagna e dopo il lockdown le nostre zone hanno avuto un incremento esponenziale di turisti in cerca di natura. Siamo contenti, ma spesso ci chiediamo quanto sarebbe bello se più persone arrivassero a piedi e non sgasando sul provinciale da parte al lago e non suonando nevroticamente il clacson sulla superstrada, che fa esattamente da spartiacque tra i lidi e l’imbocco dei sentieri.

Benessere fisico e mentale, meno inquinamento acustico, meno smog, sono motivazioni che quasi mi imbarazzo a scrivere tanto sono risapute. Eppure spesso siamo così ancorati ai nostri mezzi a motore che non ci rendiamo conto degli aspetti positivi dell’andare a piedi. E se lo facessimo tutti sarebbe la normalità e inizieremmo a godere delle chiacchiere con chi si incontra, dei nostri polmoni che non vanno in affanno dopo una rampa di scale, dei muscoli che si rinforzano, delle energie che entrano in circolo e che ci permettono di fare più cose, del buon umore che ci cambia le giornate. Le mie parole contano ben poco, ma un libro che presenta le bellezze a portata di passo forse potrebbe far sperimentare qualcosa di nuovo (o vecchio?).
 
Il catalogo lo trovate qua !
https://alpinestudio.it/

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