Una storia di levrieri rescue
Non ne sapevo molto di levrieri e di galgos
(levrieri spagnoli) galgueros e perreras, non almeno finché Sara, mia moglie,
ha deciso di fare le cose sul serio, coinvolgendomi nell’adozione di un cane
(in realtà abbiamo tre galgos adesso, chissà perché...).
Così ho iniziato a leggere e a documentarmi
per provare a capire qualcosa in più.
Ho scoperto che in Spagna ad esempio, esiste
un mondo sommerso (ma in parte ‘legale’) di levrieri sfruttati per la caccia e
la corsa.
E lo stesso accade in modo assurdo in
Portogallo, in Irlanda e a Macao.
In Spagna, quando il cane non serve più, il galgueros (il cacciatore) semplicemente lo
‘consegna’ al canile municipale (le perreras).
Non sono mai stato in una perreras ma ho
capito che è un posto di morte; qui viene pratica l’eutanasia di massa dei cani
abbandonati se non vengono adottati entro 14/21 giorni.
Se le perreras sono private, possono diventare
un ottimo business per chi le gestisce e quindi è normale arrivare al punto di
trafficare cani o di rivendere addirittura quelli già morti.
L’argomento è complesso e merita un
approfondimento, perché in Spagna c’è una radicata e contraddittoria ‘cultura’
in merito ai galgos.
Quando va peggio, invece il cane viene ucciso
nel modo più economico ed immediato per il cacciatore di turno.
Spesso è un colpo di pistola, oppure può
essere impiccato o gettato in un pozzo, dipende dalla ‘fantasia’ e dal
pragmatismo dell’esecutore.
Ma c’è una realtà, che è come una tappa a metà
strada tra la morte violenta e l’abbandono.
Esistono infatti dei rifugi indipendenti, come
ad esempio la Protectora y Santuario Scooby in Spagna.
È paradossale pensare che in questo caso,
‘grazie’ allo ‘scrupolo’ di qualche cacciatore, i cani vengono portati e
consegnati qui, alle cure dei volontari.
In fin dei conti è pur sempre un abbandono, ma
in questo caso, i galgos hanno un barlume di speranza attraverso le future
adozioni.
Non che la vita sia più facile nei rifugi, ma
i volontari fanno un grande lavoro e garantiscono cibo, cure e dignità ai cani abbandonati
consapevolmente dai loro ex proprietari.
Quello che non posso dimenticare sono gli
sguardi che avevano all’inizio Zorro e Jigen, i nostri primi due galgos
adottati insieme.
Uno sguardo rassegnato e incredulo, perché la
fiducia tradita, anche per un cane, è una cosa importante.
Probabilmente è tutto.
Zorro era una vagabondo e non si sa il perché,
ma i segni sulla pelle raccontano di una vita crudele e difficile. È stato
salvato dai volontari e portato in rifugio.
Per diversi mesi, una volta a casa con noi,
aveva un sonno inquieto, pieno di incubi probabilmente.
Non era possibile avvicinarci al suo nasone
pieno di cicatrici, perché lui si allontanava di scatto.
Ma con pazienza ed empatia reciproca, ha
iniziato a fidarsi, e oggi è lui stesso che ci slinguazza la faccia e che vuole
starci appiccicato… anzi letteralmente addosso nonostante i suoi 30 chilogrammi
abbondanti…
Zorro è un amicone fedele e un po’ timido con
gli altri.
Gran corridore, irruente e casinista.
Generoso, spontaneo e anche scorreggione !
Jigen invece, è stato abbandonato in rifugio
dal galgueros. Pur essendo un cane giovane, probabilmente non era più
redditizio per la caccia alla lepre e quindi è stato ‘sostituito’ a favore di
un cane più abile, evidentemente.
Per un po’ di tempo c’è stata un’ombra nei
suoi occhi, come se qualcuno lo potesse di nuovo tradire e lasciare.
Ma ora sa che con noi non accadrà.
È un amico fedele, discreto e devoto.
Ogni tanto gli prende un po’ il matto, ma è la
scintilla selvaggia dei galgos; un pizzico di vento, di deserto e di libertà.
Ava invece è una cucciola e fortunatamente è
nata in rifugio.
L’adozione di un levriero rescue è una scelta
di vita e va ponderata con attenzione.
Ma ogni decisione che riguarda la cura di un
animale dovrebbe essere, in realtà, una scelta di vita.
Non ci sono animali da compagnia, ci sono compagni e basta.
Gli animali che hanno subito abbandono e
violenza sono anime ferite, spesso lacerate.
Manifestano comportamenti che necessitano di
tempo, pazienza ed empatia per essere compresi e rispettati.
Noi non possiamo cambiare il loro passato ma
possiamo fare del nostro meglio per renderli felici da ora in poi, giorno dopo
giorno.
Non so se siano cani ‘speciali’, sarei
abbastanza di parte se lo affermassi, ma c’è qualcosa in loro che mi sfugge, ed
è proprio la cosa che mi piace.
C’è mistero e spazio, c’è qualcosa di
imponderabile nel loro correre selvaggio.
C’è qualcosa di antico nelle loro movenze e
che ha a che fare con il tempo immemore
dell’aria e della sua bellezza inafferrabile.
Un’ inafferrabile libertà, da oggi in poi.
***
L’adozione di un levriero rescue non è il fine
ultimo di un’associazione come Pet Levrieri.
Soprattutto è un’ associazione onlus
antiracing e anticaccia.
Per chi vuole approfondire:
https://www.petlevrieri.it/chi-siamo/il-movimento-antiracing-mondiale/
Commenti
Posta un commento